Cicli economici e beni rifugio. Come non perdere la bussola.

158_Bussola-d-oroI beni rifugio seguono un ciclo differente rispetto alle borse: reagiscono in modo diverso alle varie fasi del ciclo economico. 

Ma sarebbe troppo semplice pensare che sapendo come le varie asset class rispondono ai diversi momenti del ciclo, è possibile effettuare la giusta scelta d’investimento: azioni, obbligazioni, immobili o altri beni rifugio.

L’attuale contesto è infatti piuttosto complesso e viene influenzato non sono dai tassi d’interesse, ovvero dalle politiche economiche perseguite dalle varie banche centrali, ma entrano in campo altri fattori come il “financial repression”, ovvero le manovre messe in atto dai governi per cercare di ridurre il debito accumulato. I Paesi Emergenti, che possono incidere in modo inaspettato sullo scenario, come successo negli anni Duemila con la forte crescita della Cina e la relativa richiesta di materie prime. Le tensioni geopolitiche internazionali, tornate ad acuirsi negli ultimi tempi.

E se tutto questo non dovesse bastare, può capitare che ad alcune azioni non seguano gli effetti che tradizionalmente ci si aspetterebbe, come nel caso del quantitative easing che avrebbe dovuto generare inflazione, con il conseguente aumento del prezzo dell’oro, mentre al contrario le quotazioni aurifere sono in discesa da oltre tre anni, visto che l’inflazione non è arrivata.

Seppure sono molteplici gli elementi che intervengono a determinare i periodi di espansione, crisi, recessione e ripresa, alcune “regole” generali possono comunque esserci d’aiuto. Se partiamo dalla fine, quando l’economia ha raggiunto la massima espasione, l’aspetto da gestire è l’onda dell’aumento dell’inflazione e l’avvicinarsi di una possibile stagnazione dovuta alla riduzione della produzione. È qui che le banche centrali hanno spazio per manovrare tassi e politica fiscale, in senso espansivo ovviamente (riduzione dei tassi, riduzione della pressione fiscale). È in questa fase che la liquidità comincia ad essere preferita, insieme a tutti i beni rifugio, come immobili, opere d’arte, oro e diamanti. Questi ultimi spesso preferiti agli altri per le ridotte dimensioni e la facile conservabilità, ma per avvicinarsi a questo genere di investimento è bene affidarsi ad operatori specializzati, come ad esempio la Word Diamond Bond (http://www.word-diamondbond.com).

Poco prima del rallentamento e prima della discesa dei tassi sono invece i titoli obbligazionari a fare la parte del leone che, proprio per l’aspettativa del ribasso dei tassi, vedranno salire il loro valore nominale. Da questo momento in poi cominciano a diventare appetibili le azioni, sia perché si sono svalutate, sia perché i tassi bassi e il quantitative easing hanno fatto in modo di migliorare i conti delle aziende, che possono produrre a minor costo e sfruttare questo effetto leva. 

L’incertezza che stiamo vivendo unita ai conflitti geopolici hanno riacceso i riflettori sui beni rifugio, che consentono di preservare il capitale grazie alla stabilità del loro valore intrinseco. Se ci concentriamo sul medio investitore che vuole diversificare il proprio portafoglio, ecco che l’attenzione non può che andare su oro e diamanti, che consentono anche l’acquisto di piccoli tagli.

Per quanto riguarda l’oro, il fenomeno degli acquisti delle banche centrali, che sorreggono il mercato fisico, non basta a dare smalto alla domanda, se non a quella di monete d’oro e d’argento a corso legale. A questo aggiungiamo che nei prossimi mesi la salita prospettica del dollaro e la discesa del prezzo del petrolio, tra i principali fattori che influiscono sull’inflazione, potrebbero portare l’oro a scendere anche nei prossimi periodi.

La domanda di diamanti da investimento invece comincia ad essere sostenuta, secondo Claudio Giacobazzi, broker specializzato del comparto, i volumi sono incrementati del 15%. Ma quali possono essere i motivi? Oltre a quelli già citati in precedenza come l’incertezza dovuta alle crisi geopolitiche, sia sul confine tra Russia e Ucraina sia in Medio Oriente, e i dubbi sulla sostenibilità della ripresa a livello globale, particolare interesse possono suscitare l’assenza della tassazione sul capital gain e quella dell’imposta di bollo sul deposito titoli, dovuta per le attività finanziarie. Il mercato dei diamanti inoltre è molto stabile, a differenza di quello dell’oro, e riesce a dare un rendimento del 4-4,5% annuo, anche grazie ad un cartello che ne regola le vendite, adattando l’offerta alla domanda, così da mantenere i prezzi elevati e costanti. Un quadro informativo chiaro possiamo averlo sul sito IDIC International Diamond Investment Center (www.idic-internationaldiamondinvestmentcenter.com), che opera sul mercato italiano sin dai primi anni Duemila, sul quale vi invito a consultare le informazioni tecniche sulle gemme, articoli e link informativi specialistici.